(ANSA) – BOLOGNA, 08 MAG – Archiviazione per l’inchiesta sulla morte di Biagio Carabellò, operaio scomparso a Bologna nel 2015 a 46 anni, i cui resti sono stati trovati il 23 marzo 2021 in un’area verde, in periferia. Il Gip Alberto Ziroldi ha infatti accolto la richiesta del pm Elena Caruso, non rilevando elementi a carico dei due indagati per omicidio, l’ex coinquilino di Biagio e la donna che ereditò i beni della compagna, grazie a un testamento che si rivelò falso. Il giudice sottolinea come dalle intercettazioni sugli indagati nulla sia emerso e anche gli accertamenti su cellulare e sim di Biagio abbiano avuto esito negativo. La consulenza medico legale, inoltre, non ha rilevato ferite, dicendo che non vi sono segni certamente riconducibili a morte violenta, mentre è emerso che al momento della morte, spiega il Gip, molto probabilmente Carabellò aveva assunto eroina, ketamina e benzodiazepina. Depressione e dipendenza da stupefacenti, inducono "a ritenere come altamente probabile l’ipotesi del gesto volontario". Ma se anche si ipotizzasse che sia stato ucciso "non vi è alcun elemento concreto che permetta di ricondurre tale evento alla condotta degli unici due indagati", conclude il provvedimento. "La famiglia Carabellò ha sempre creduto nella giustizia e sa bene che l’archiviazione è una buona forma di cautela per evitare che un processo finisca con un’assoluzione senza avere più la possibilità di portare di nuovo a processo quella persona assolta. Cercheremo di stimolare di più la coscienza di chi sa come si sono svolti i fatti e non ha mai parlato. E al momento giusto chiederemo la riapertura del caso con questi nuovi elementi per fare avere a Biagio la giustizia che merita", commenta l’avvocato Barbara Iannuccelli, per i familiari. "Accogliamo con soddisfazione l’ordinanza del Gip, ma ribadiamo che siamo sempre restati fiduciosi delle indagini e della loro conduzione da parte della dottoressa Elena Caruso (la pm, ndr) essendo certi che ogni aspetto è stato analizzato in maniera scrupolosa ed imparziale ad onor di giustizia", dice l’avvocato Marco Sciascio, difensore dell’ex coinquilino. (ANSA).