(ANSA) – GENOVA, 03 MAG – "Non ho mai avuto sentore, né tantomeno mi sono mai state manifestate da mio padre preoccupazioni sulle condizioni della sua opera. Non escludo possa averlo fatto con altri". Lo ha detto, a sommarie informazioni, Maurizio Morandi, figlio dell’ingegnere Riccardo, sentito dagli investigatori nei mesi successivi al crollo del ponte (14 agosto 2018, 43 vittime). Morandi avrebbe dovuto essere sentito oggi ma l’udienza è slittata a martedì prossimo e, vista l’età del testimone, è stato deciso di acquisire una sua memoria e le sue dichiarazioni rese agli investigatori. Durante l’audizione con la finanza, il figlio di Morandi ha anche detto di avere depositato il progetto originario nel 1983 all’archivio di Stato. Da allora nessuno avrebbe chiesto il progetto originario se non nel 2015 da parte dell’azienda di ingegneria Edin, incaricata da Aspi per gli studi prima del retrofitting (il lavoro di rinforzo delle pile 10 e 9 mai realizzato). "Sulla base della convenzione stipulata con l’archivio di Stato – aveva spiegato Morandi – ogni singola richiesta di consultazione o riproduzione doveva essere autorizzata da me e nel ricordo della mia memoria non mi sembra di aver ricevuto oltre a quella di Fabio Brancaleoni (Edin) datata 21 luglio 2015, altre richieste". Per la procura, questa circostanza dimostrerebbe come la concessionaria, che avrebbe dovuto occuparsi della manutenzione e della sorveglianza del viadotto Polcevera, non aveva mai visto il progetto originario nella sua interezza. (ANSA).