Otto condanne e tre assoluzioni. Pene complessive per quasi un secolo, la metà di quanto chiesto dall’accusa. Nel complesso, confermato il contesto descritto dai magistrati della direzione distrettuale antimafia che descrive una presenza importante della ‘ndrangheta nel territorio comasco, anche nel tessuto economico.
La Corte d’Assise di Como, presieduta da Valeria Costi, dopo un’ora di camera di consiglio ha letto oggi la sentenza nel processo a undici imputati per le presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nel Comasco. Procedimento, legato all’operazione “Cavalli di razza”.
I magistrati dell’antimafia Pasquale Addesso e Sara Ombra avevano chiesto condanne complessive per 182 anni per tutti gli undici imputati. Il computo totale dopo la lettura della sentenza si ferma a poco meno di 92 anni.
Tre gli assolti. Otto i condannati, da un massimo di 16 anni e 10 mesi a un minimo di 5 anni.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni. Soddisfazione per la procura milanese, perché è stato in gran parte confermato l’impianto accusatorio e in particolare una visione nuova della ‘ndrangheta, sempre più parte attiva nel tessuto economico del territorio comasco e lombardo. Tesi opposta da quella sostenuta invece dalle difese.