Preghiera islamica sul sagrato della chiesa, in piazza Garibaldi. Pieno centro di Cantù. Un incontro organizzato lo scorso sabato sera da parrocchie, cooperative e gruppi del territorio con l’associazione Assalam in occasione del Ramadan è diventato un caso politico. Con relativo scontro tra Lega e Pd.
Tra i primi a intervenire il sottosegretario all’Interno, il canturino Nicola Molteni esponente del Carroccio.
L’attacco di Molteni (Lega): “Immagine che mi inquieta”
“L’immagine della preghiera islamica, riservata ai soli uomini, sul sagrato della Chiesa di San Paolo, mi preoccupa e inquieta profondamente”. È il commento di Molteni. “Il legittimo dialogo interreligioso – spiega il deputato della Lega – non significa rinunciare ai simboli di una comunità improntata ai principi cattolici e cristiani. “Occupare il sagrato di una chiesa, simbolo della nostra comunità, per concludere la preghiera del digiuno in tempo di Ramadan, non è un segnale di tolleranza. Ma di un relativismo e di un pensiero debole, dominato da una perdita di identità rispetto ai valori occidentali”. Ha aggiunto, concludendo: “Dialogo significa confronto ma anche rispetto delle regole”. Il riferimento è al lungo braccio di ferro tra comune di Cantù e comunità islamica sulla preghiera nel capannone di via Milano.
La replica del Pd: “Occasione di concordia e pace”
“‘Inquietanti’ sono le parole del sottosegretario Molteni”. Scrive su Facebook la deputata comasca del Pd, Chiara Braga. “Molteni dovrebbe rispettare chi ogni giorno si impegna per promuovere vera inclusione e integrazione. Interpretando con grande coerenza proprio quei valori cristiani che dice di voler difendere”.
“Si è trattato di un’occasione di concordia e di pace”. Aggiunge il consigliere regionale Dem, Angelo Orsenigo. “Urlare al sagrato ‘occupato’ o dare l’allarme per la perdita di identità e dei valori occidentali è il tentativo della Lega di strumentalizzare l’evento”.
Il sindaco prende le distanze
Sulla vicenda è arrivata anche una nota del sindaco di Cantù, Alice Galbiati. “In nessuna sede l’amministrazione vuole prendere parte ad un dibattito che non le è proprio, quello della libertà di culto – ha scritto in una nota – È tuttavia doveroso un mio intervento, dal momento che il Comune è stato coinvolto con una richiesta di patrocinio avente ad oggetto una serata di “intrattenimento” che prevedeva una “cena conviviale aperta alla città”, con espressa esclusione di qualsivoglia risvolto religioso. I documenti sono agli atti. Che sia accaduto qualcosa di diverso è documentato da immagini che parlano da sole e che i promotori dell’iniziativa sapranno spiegare a chi di dovere. Per tale ragione – conclude il sindaco – l’Amministrazione prende le distanze dall’”evento” in questione, declinando ogni responsabilità per le conseguenze che potrebbero scaturire dalle dichiarazioni allegate alla richiesta di patrocinio”.
“Quanto al merito, concordo con le parole del Sottosegretario Molteni” ha concluso il primo cittadino.