Qualcuno l’ha ribattezzata l’influenza di primavera, altri, più semplicemente, parlano di una lunga coda dopo il periodo invernale, associata a virus respiratori di varia natura più o meno diffusi in questo periodo dell’anno. Quel che è certo è che secondo l’ultimo bollettino Influnews, di sorveglianza, 67mila lombardi sono a letto, tra questi anche molti comaschi.
La conferma arriva Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei Medici di Como. “Riscontriamo un bel po’ di casi di sindromi parainfluenzali che coinvolgono le alte e le basse vie respiratorie e anche forme gastroenteriche”. Ha spiegato sottolineando che particolare attenzione deve essere rivolta agli anziani e i soggetti fragili e pluripatologici.
Ancora una volta, come già ripetuto negli ultimi mesi, la scomparsa delle mascherine e il ritorno ad abitudini pre pandemia hanno influito. “E’ chiaro che le mascherine ci proteggevano non solo dal Covid ma anche dai virus influenzali e parainfluenzali. E quest’anno abbiamo visto la differenza.” Spiega ancora Spata.
Sebbene l’incidenza sia, finalmente, in calo, febbre, tosse, raffreddore e spossatezza sembrano non dare tregua. In confronto al periodo pre Covid, i numeri sono più alti. Anomalo l’andamento da ottobre ad oggi. Il virus ha iniziato a circolare prima, anche il picco dei contagi è arrivato in anticipo, già a fine novembre – inizio dicembre (di solito coincide con il post feste di Natale e l’inizio di gennaio). E se tra gli adulti la stagione è stata complessa, tra i bambini non va meglio. I pediatri hanno registrato un inverno più che difficile da gestire e un inizio di primavera ancora complicato con forme virali gastrointestinali senza dimenticare lo streptococco.