Gli islamici di Erba e Cantù potranno portare a termine lo svolgimento del mese sacro del Ramadan nelle loro rispettive sedi, in via Lecco e in via Milano, nel rispetto delle norme, della sicurezza, dell’ordine pubblico e del buon costume. Il Tar, il Tribunale amministrativo della Lombardia, ha confermato questa possibilità, in attesa di entrare poi nel merito con un’udienza che sarà fissata nel mese di maggio del prossimo anno.
L’ordinanza del Tar
Ieri la camera di consiglio del Tar, che nelle scorse ore ha poi depositato l’ordinanza cautelare sia per il caso di Erba che di Cantù. Le associazioni Assadaka e Assalam si erano viste negare dai rispettivi comuni la possibilità di celebrare il Ramadan nei capannoni di loro proprietà. Contro questo provvedimento hanno presentato un ricorso. Prima con un decreto presidenziale, poi dopo la camera di consiglio, il Tar ha confermato la possibilità per gli islamici di proseguire con la celebrazione del mese sacro.
I legali
“Il collegio ha affermato, ancora una volta, la prevalenza del libero esercizio dell’attività di culto – sottolineano i legali che assistono le associazioni, Vincenzo Latorraca e Michela Luraghi – Si tratta di un diritto consacrato dalla nostra Carta Costituzionale e che, come tale, in una corretta comparazione degli interessi tra le parti, non può essere compresso in assenza di interessi prevalenti”.
Le prossime tappe
Il Tar entrerà nel merito a maggio del prossimo anno. “La controversia presenta profili di particolare complessità che richiedono un approfondito esame – si legge nell’ordinanza del Tar – Nella comparazione degli interessi tra le parti in causa, appare prevalente quello al libero esercizio dell’attività di culto rispetto a quello legato all’accertamento della compatibilità urbanistica”.
Il Tar impone anche “l’accesso delle persone allo stabile nel rispetto degli orari e nei giorni indicati dall’associazione oltre che nel rispetto degli essenziali requisiti di agibilità e sicurezza messi in luce, nel provvedimento impugnato dall’amministrazione comunale, la quale sorveglierà l’osservanza di tali prescrizioni e, se violate, adotterà immediatamente le misure necessarie, anche vietando in toto la prosecuzione della destinazione d’uso provvisoriamente ammessa con la presente ordinanza”.