(ANSA) – ROMA, 03 APR – Sono troppi i detenuti al 41 bis e soprattutto vanno spazzate via tutte quelle misure esecutive che non servono a recidere i legami con le organizzazioni criminali di appartenenza e sono perciò inutilmente severe. È il messaggio che arriva dal Garante delle persone private della libertà, che ha realizzato un nuovo rapporto sul 41 bis, dopo aver visitato le 60 sezioni dedicate di 12 carceri (la principale all’Aquila con 150 detenuti). Visite che hanno fatto emergere "criticità" rispetto alla funzione rieducativa della pena. "Un sistema che interrompa i collegamenti con le organizzazioni criminali è doveroso. Ma le singole misure con cui si dà attuazione al 41 bis a volte non corrispondono per niente a questa ratio e sono solo misure di durezza per rispondere a un desiderio dell’opinione pubblica", spiega Mauro Palma che, illustrando il rapporto in una conferenza stampa, coglie anche l’occasione per lanciare un doppio appello sul caso di Alfredo Cospito, l’unico anarchico al 41 bis (gli altri detenuti sono boss e sodali della criminalità organizzata ad eccezione di 3 brigatisti). A lui chiede di tornare a nutrirsi, anche perchè a seguito della sua protesta si è tornati a discutere di questi temi. Alla politica, invece, di "percorrere tutte quelle vie che non negando con un atto di imperio le decisioni della magistratura diano soluzione al problema individuale". In tutto sono 740, tra cui 12 donne, le persone sottoposte al regime detentivo speciale del 41 bis. Una cifra rimasta più o mena invariata nel corso dell’ultimo decennio. Tanti gli anziani (234 hanno tra i 60 e i 69 anni e 87 hanno superato i 70 anni). La maggioranza (613) ha una condanna definitiva, ma 121 sono esclusivamente in misura cautelare e 6 sono internate in misura di sicurezza. Poco più di 200 sono condannati all’ergastolo, 250 invece a pene temporanee. (ANSA).