Lutto nel ciclismo, e non solo, per la scomparsa dello scultore Elio Ponti. A 90 anni si è spento l’autore del Monumento al Ciclista, simbolo del Ghisallo, luogo caro e sacro agli appassionati dello sport del pedale. L’ultimo saluto oggi, lunedì 3 aprile, alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Ponzate, il paese dove viveva e al quale è rimasto sempre legato.
La statua dove i ciclisti si regalano la tradizionale foto ricordo fu inaugurata nel luglio del 1973 con la benedizione dell’allora vescovo di Como Teresio Ferraroni. L’ideazione era stata di Ponti, che tra l’altro recentemente ha donato al Museo del Ghisallo le prime realizzazioni in scala di quello che sarebbe poi stato il monumento (che ebbe la benedizione dell’allora pontefice, Papa Paolo VI). In occasione di quella visita, non erano mancati i cicloamatori che avevano colto l’occasione di scattare qualche immagine assieme all’autore dell’iconica opera.
Lo scultore spesso sottolineava che l’opera ha lo scopo di rappresentare l’essenza di questo sport, ossia la vittoria e la sconfitta. Erroneamente, negli anni, in molti hanno invece pensato che si trattasse una rappresentazione legata a Fausto Coppi e a Gino Bartali, mentre era, ed è, semplicemente di un tributo a tutti i corridori.
Molti i personaggi noti che negli anni, lontani dai riflettori, hanno fatto visita a Ponti nel suo laboratorio di Ponzate. Lui, ricordava, tra i tanti il calciatore Josè Altafini e il pilota di F1 Clay Regazzoni. Tra i suoi estimatori, Dario Cataldo, vincitore della tappa di Como al Giro d’Italia del 2019. L’atleta di origine abruzzese era andato a trovarlo e, da appassionato di arte, si era interessato alle dinamiche del lavoro di scultore e aveva osservato con grande attenzione i progetti e le opere realizzate da Ponti, che ben volentieri aveva risposto alle tante domande del ciclista.