(ANSA) – ROMA, 16 MAR – "Compagnie cinesi, inclusa una collegata al governo di Pechino, hanno inviato alle entità russe 1.000 fucili d’assalto e altre attrezzature che potrebbero essere utilizzate per scopi militari, comprese parti di droni e giubbotti antiproiettile". Lo scrive Politico, citando dati commerciali e doganali. Le spedizioni sono avvenute tra giugno e dicembre 2022, secondo i dati forniti da ImportGenius, aggregatore di dati doganali. Politico scrive che la China North Industries Group Corporation Limited, uno dei maggiori appaltatori della difesa statale del Paese, "ha inviato i fucili nel giugno 2022 a una società russa chiamata Tekhkrim, che fa affari anche con lo Stato e l’esercito russo. I fucili CQ-A, modellati sull’M16 ma etichettati come "fucili da caccia civili" nei dati, sono stati segnalati in uso della polizia paramilitare in Cina e delle forze armate dalle Filippine al Sud Sudan e al Paraguay". "Sebbene i dati doganali non mostrino che Pechino stia vendendo una grande quantità di armi a Mosca specificamente per aiutare il suo sforzo bellico" in Ucraina, "rivelano che la Cina sta fornendo alle compagnie russe attrezzature ‘a duplice uso’ precedentemente non dichiarate, articoli commerciali che potrebbero anche essere usati sul campo di battaglia in Ucraina", scrive Politico. E si tratta della "prima conferma che la Cina sta inviando fucili e giubbotti antiproiettile alle aziende russe e mostra che droni e parti di droni vengono ancora inviati, nonostante le promesse di almeno una società di sospendere le attività in Russia e Ucraina". "Al momento non è chiaro se la Russia stia utilizzando uno dei fucili inclusi nei dati di spedizione sul campo di battaglia: Tekhkrim, la compagnia russa, non ha risposto a una richiesta di commento inviata tramite e-mail. Ma i droni Dji sono stati avvistati sul campo di battaglia per mesi. Dji non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento", scrive Politico. (ANSA).