(ANSA) – ROMA, 16 MAR – In montagna, nelle grotte e negli ambienti impervi: nel 2022 sono state 10.367 le missioni del Soccorso Alpino e Speleologico, che interviene con oltre 7mila operatori specializzati in tutta Italia per l’assistenza e il recupero di persone infortunate o in difficoltà e per la ricerca e il soccorso dei dispersi, rispetto al 2021 c’è stato un incremento del 9,8%. In totale sono state 10.125 le persone soccorse, 504 i morti, 84 i dispersi in un anno segnato dalla tragedia della Marmolada a luglio e dall’intervento per la frana del Monte Epomeo, a Ischia a novembre. Le cause degli interventi sono dovute principalmente a tre fattori, spiega un report del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico: la caduta o scivolata (45,9%), l’incapacità durante l’attività svolta (26,3%) e il malore (13,7%). Le persone soccorse stavano facendo principalmente escursionismo (50,2% dei casi), mountain bike (9,0%, con un trend in forte crescita negli ultimi 5 anni, anche per l’utilizzo delle biciclette elettriche, che stanno avvicinando alla montagna nuovi appassionati e turisti), lo sci alpino (7,8%), l’alpinismo classico (5,4%) e la ricerca di funghi (4,2%). Nel 2022 hanno perso la vita in ambiente impervio 444 persone con un importante incremento rispetto al 2021 (+13,5%), 4.297 sono state le persone recuperate ferite in modo leggero, 1.298 i feriti gravi, 228 i feriti con compromesse funzioni vitali, 3.714 gli illesi, persone in difficoltà a causa delle condizioni morfologiche, dello stato dei terreni come la presenza di neve o ghiaccio, oppure perché non avevano attrezzature, calzature o abbigliamento adatti. Le unità cinofile sono state chiamata a operare 263 volte in caso di valanghe per la ricerca di persone disperse. In oltre il 40% dei casi il Soccorso Alpino e Speleologico è intervenuto con il supporto di un mezzo aereo (ANSA).