I dati relativi all’emergenza siccità sul Lago di Como non lasciano ben sperare per i prossimi mesi e secondo gli scienziati la pioggia primaverile potrebbe non bastare a sanare la scarsità di risorse.
Sebbene il grafico sull’andamento dell’altezza idrometrica del Lario, diffuso dagli Enti regolatori dei grandi laghi, oggi mostri un innalzamento dei valori, e quindi un avvicinamento al dato medio, la situazione rimane critica. Il Lago di Como è infatti oltre 5 centimetri sotto lo zero idrometrico. La percentuale di riempimento si ferma al 20%, peggio solamente il Lago d’Iseo al 17.9%. Sulle montagne inoltre di neve ne è caduta poca, a livello nazionale secondo il Centro Internazionale Monitoraggio Ambientale il 45% in meno rispetto alla media degli ultimi dieci anni e così anche lo scioglimento della coltre bianca non porta benefici a valle.
Durante l’inverno le località sciistiche hanno tamponato l’emergenza innevando gli impianti artificialmente, ma a fronte di costi insostenibili la situazione – in un territorio come ad esempio la Valtellina con 341 km di piste – non sembra poter diventare la regola. “Serve ripensare anche il turismo per lo sci” avverte Legambiente nel report “Nevediversa 2023”.
Per l’agricoltura allo stesso modo si prospettano mesi difficili con le riserve da mesi a secco. L’altezza del fiume Po, resta ancora a livelli critici. Le sezioni in cui si palesa in modo evidente la magra invernale restano quelle di Piacenza, Cremona e Pontelagoscuro dove le condizioni idrologiche sono di ” siccità estrema”. “Dopo le ultime precipitazioni, i 20 metri cubi al secondo guadagnati in alcune delle stazioni monitorate non alterno il generale equilibrio” spiegano dall’Osservatorio permanente dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita in Kenya, lancia un avvertimento: “l tema della siccità deriva direttamente dai mutamenti climatici e sta creando difficoltà enormi. Sul clima non c’è più tempo, serve l’impegno di tutti”.