Distinzione tra vecchi e nuovi frontalieri e lavoratori italiani che restano oltreconfine per tutta la settimana. Questioni ancora aperte in vista della definitiva approvazione del nuovo accordo fiscale tra Italia e Svizzera per i lavoratori frontalieri. L’iter verso l’entrata in vigore procede, ma i rappresentanti sindacali non nascondono la preoccupazione per alcuni aspetti sui quali hanno chiesto chiarimenti.
Ottenuto il via libera del Senato, l’iter prevede ora il passaggio definitivo alla Camera. La scorsa settimana, le commissioni riunite Affari esteri e Finanze hanno approvato l’accordo. Bocciati però gli emendamenti presentati per fare chiarezza sulla distinzione tra vecchi e nuovi frontalieri e per la franchigia per i frontalieri che rientrano settimanalmente.
Dubbi soprattutto sulla data della effettiva distinzione tra frontalieri per i quali resta in vigore il vecchio accordo e lavoratori che faranno riferimento al nuovo sistema fiscale. “Fermo restando l’entrata in vigore al 1° gennaio 2024 dell’impianto dell’accordo, viene anticipata la decorrenza della nuova norma sull’imposizione fiscale, i cosiddetti nuovi frontalieri, alla pubblicazione in gazzetta ufficiale dopo l’approvazione alla Camera, verosimilmente prima dell’estate – sottolinea Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale dei frontalieri della Cgil – Gli emendamenti sulla decorrenza del periodo transitorio al 31 dicembre 2023 e sull’incremento della franchigia per i frontalieri settimanali oltre la fascia di confine, sono stati respinti in commissione, sulla base di una prassi che evita la “navetta” tra le due camere, soprattutto per i trattati internazionali” .
“L’auspicio – aggiunge Augurusa – è che la Camera possa sostituire gli emendamenti con ordini del giorno che recepiscano quelle stesse. E’ quello che ci aspettiamo, anche perché avevamo avuto rassicurazioni in tal senso da importanti esponenti di governo”.