(ANSA) – ANCONA, 14 MAR – La Regione Marche prosegua nell’applicazione di "ulteriori Pietre d’inciampo, in collaborazione con l’artista Gunter Demnig, ampliando la loro collocazione e prevedendo ulteriori installazioni nelle province di Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Pesaro Urbino". Lo chiede una risoluzione approvata all’unanimità dal consiglio regionale delle marche, che raccoglie due diverse mozioni, una sottoscritta dai gruppi Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Udc, Civici Marche e Rinasci Marche, l’altra da Pd e M5s. L’abbandono delle Pietre d’inciampo (una ventina quelle installate, quasi tutte ad Ancona) da parte dell’Assemblea legislativa aveva causato polemiche, tanto che il figlio di un internato militare ne ha acquistata una in memoria del padre dallo stesso Demnig e il Comune di Ancona ha annunciato recentemente l’intenzione di farsi carico delle installazioni delle Stolpersteine, un monumento diffuso in tutta Europa, che ricorda i deportati nei lager nazisti (ebrei in primis, ma anche dissidenti politici, esponenti di minoranze e internati militari). La risoluzione prevede una serie di azioni per "mantenere viva la memoria storica dei fatti che determinarono la tragedia della Shoah". La Giunta regionale viene impegnata a "creare e supportare iniziative a sostegno della consapevolezza storica e dalla coscienza democratica della comunità regionale, in particolare delle giovani generazioni, a contrastare i fenomeni del negazionismo, del revisionismo e dell’antisemitismo, inteso quest’ultimo secondo la definizione operativa utilizzata dall’alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto, richiamata dalla risoluzione del Parlamento europeo del primo giugno 2017 sulla lotta contro l’antisemitismo". Nella risoluzione si impegna la Giunta a favorire i Viaggi della Memoria delle scuole; a sostenere iniziative di ricerca e premi per tesi di laurea; a contribuire all’acquisto, da parte delle biblioteche scolastiche, di libri e materiali di approfondimento. L’ultima richiesta è di promuovere iniziative volte a coltivare la memoria non solo dell’Olocausto, ma anche dell’esilio degli ebrei marchigiani, costretti a lasciare l’Italia per le leggi razziali del 1938. (ANSA).