(ANSA) – ROMA, 12 MAR – Precariato scolastico fuori controllo: dal 2015 c’è un boom di posti assegnati a docenti precari: +224%. Inevitabili gli effetti sugli studenti, in particolar modo su quelli fragili, oltre che sulla vita dei docenti, riconfermati di anno in anno, spesso in scuole diverse. L’analisi arriva dalla rivista specializzata Tuttoscuola. E dunque continua a salire da anni il numero di contratti a tempo determinato, arrivato l’anno scorso al numero di 225 mila su un totale di circa 900 mila posti di docente assegnati. Il tasso di precarietà nella scuola italiana ha raggiunto quindi il 25%. Un docente su quattro è precario. Come i suoi predecessori, anche il ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara cerca una soluzione. E’ previsto infatti un piano di reclutamento per 70 mila posti di docenza per il 2024, di cui circa 20 mila per il prossimo settembre, e in parte riservati ai docenti precari. Un piano imponente, ma, data l’entità che il fenomeno ha raggiunto, può essere visto solo come un primo passo. Infatti, dall’analisi dei dati ufficiali pubblicati nel Portale scuole del ministero per il 2021/22 fatta da Tuttoscuola, quei 70 mila posti – ammesso che alla fine vengano tutti coperti da vincitori dei prossimi concorsi (come purtroppo non è avvenuto negli ultimi anni) – copriranno meno di un terzo del fabbisogno. I contratti a tempo determinato nella scuola si distinguono in contratti annuali (12 mesi) o fino al termine delle attività (giugno). Le 70 mila assunzioni copriranno a malapena i 67.467 posti registrati dal Portale e assegnati a precari con contratto annuale su posti vacanti. Questo senza considerare che, nel frattempo, circa altri 25mila posti rimarranno disponibili a settembre a seguito dei pensionamenti. A questo gap si aggiungono altri 157.461 posti coperti l’anno scorso da docenti con contratto fino al 30 giugno. A farne le spese saranno prima di tutto gli studenti, soprattutto quelli con disabilità: nell’anno scolastico in corso la percentuale di alunni con disabilità che si sono visti cambiare l’insegnante di sostegno è salita addirittura al 59%. (ANSA).