Omicidio in caserma ad Asso, per il perito incaricato dal tribunale militare di Verona, il brigadiere Antonio Milia era totalmente incapace di intendere e volere quando, il 27 ottobre dello scorso anno, ha sparato al comandante Doriano Furceri, 58 anni, uccidendolo. Il militare dell’Arma si è poi barricato in caserma ed è stato fermato in un blitz solo all’alba del giorno successivo.
La relazione dell’esperto è stata al centro ieri pomeriggio dell’incidente probatorio a Verona. La conclusione degli accertamenti ha portato il perito a giudicare incapace di intendere e volere il brigadiere. Alla luce dell’esito dell’incidente probatorio, è stata già disposta la scarcerazione di Antonio Milia, che dal carcere di San Vittore dovrebbe essere trasferito in una residenza per l’esecuzione della misura di sicurezza, gli ex ospedali psichiatrici giudiziari.
Il giorno dell’omicidio, Milia aveva ripreso servizio da pochi giorni dopo un periodo di malattia. La commissione medica che lo aveva visitato lo aveva giudicato idoneo a tornare al lavoro e gli aveva restituito l’arma di ordinanza.
“Il perito ha chiarito, come abbiamo sostenuto fin dall’inizio, che al momento dell’omicidio la psicosi che aveva colpito il brigadiere almeno da gennaio 2022 era ancora affermata e franca – sottolinea il legale difensore di Antonio Milia, Roberto Melchiorre -. E’ una vicenda complessa con molti elementi da approfondire e analizzare a 360 gradi. C’è la sensazione chiara che questo omicidio si potesse evitare e la vicenda merita un approfondimento, anche perché non si ripetano simili episodi”.
“Rispetto le conclusioni del consulente tecnico d’ufficio, che peraltro magistrato e giudice potrebbero disattendere, e che non condivido perché mi paiono contraddittorie – commenta Paolo Camporini, legale dei familiari della vittima – Da un lato si afferma che l’atto omicidiario è stato volutamente diretto alla persona del comandante, dall’altro che lo stesso atto, portato a termine con ferma lucidità, sia frutto di un delirio paranoico che ne escluderebbe la capacità di intendere e di volere. Mi rattrista il fatto che sia stato confermato che l’omicidio si poteva e si doveva evitare e quindi saranno sottoposte al vaglio delle Autorità competenti eventuali responsabilità”.