Il dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport e il dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana hanno presentato questa mattina la quinta edizione di “Scuola a tutto campo. Indicatori del sistema educativo ticinese”. Il volume raccoglie ogni quattro anni una base di dati per informare l’opinione pubblica, il mondo della scuola e la politica. E per promuovere una riflessione sul sistema educativo che possa guidarne il continuo miglioramento.
Gli aspetti positivi
Il volume mette in luce un quadro complessivamente positivo dello “stato di salute” della scuola ticinese e, al tempo stesso, evidenzia alcuni possibili elementi di preoccupazione. Il divario educativo tra le allieve e gli allievi si conferma contenuto, soprattutto se comparato con quello di altri cantoni, senza che questo pregiudichi il raggiungimento dei traguardi di competenza definiti nell’ambito del Concordato HarmoS.
Altri indicatori positivi sono l’apertura degli insegnanti all’innovazione didattica e alla formazione continua. E poi l’attrattiva della professione-docente e un sistema di aiuti allo studio equo ed efficace.
Le criticità
Le criticità. Si riscontra, pur nel contesto di relativa equità evidenziato in precedenza, che gli allievi di origine straniera e quelli provenienti dai ceti meno abbienti ottengono risultati scolastici significativamente inferiori alla media cantonale. In particolare durante la Scuola media. Segnalata, inoltre, la scarsa attrattiva esercitata dalla professione di direttore di istituto scolastico.
Meritevole di approfondimento è anche il peggioramento dello stato di salute auto-percepito dagli alunni all’avanzare dell’età. A ciò si aggiunge una percentuale di docenti che manifesta “livelli di esaurimento fisico ed emotivo al di sopra della soglia di vigilanza”.
Qui il rapporto completo.