Riforma fiscale, telelavoro, assegno unico. Tre questioni fondamentali sulle quali migliaia di frontalieri attendono ancora risposte certe. Chiarimenti urgenti chiesti nuovamente dai rappresentanti del consiglio sindacale interregionale Piemonte, Lombardia e Ticino, riunito a Verbania.
L’accordo Italia-Svizzera sull’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri, dopo l’approvazione al Senato è atteso ora alla prova della Camera. “Auspicando una positiva conclusione che si traduca in una legge che definisca in tempi certi il progetto di riforma – precisano i sindacati italiani e ticinesi – è necessario un chiarimento urgente sui tempi di entrata in vigore dell’accordo rispetto alla pubblicazione sulla gazzetta ufficiale. Questo anche per comprendere i beneficiari della clausola di salvaguardia. Auspichiamo inoltre l’approvazione degli emendamenti in termini di regime transitorio e di estensione del beneficio della franchigia anche ai frontalieri con rientro settimanale”.
I sindacati sollecitano anche chiarimenti sul coinvolgimento per i progetti socio economici e un tavolo per affrontare il tema della quota del 3% di frontalieri per poter beneficiare dei ristorni.
Ribadita la preoccupazione per la fine dell’accordo sul telelavoro per i frontalieri. “Chiediamo al Governo chiarimenti urgenti circa tempi e modi di un nuovo accordo amichevole con la Svizzera che ripristini le condizioni di lavoro a cui, anche a seguito della pandemia, una parte importante dei frontalieri attivi oggi nei cantoni di confine e moltissime imprese ha ridefinito la propria organizzazione”.
Irrisolti infine i problemi sull’assegno unico, tanto per i frontalieri italiani in uscita quanto per i frontalieri con residenza estera che lavorano nel nostro Paese. “La Commissione Europea ha comminato nei giorni scorsi la procedura d’infrazione sulla base di un iniquo trattamento, in linea con le valutazioni che avevamo fatto fin dal luglio scorso”, concludono le organizzazioni sindacali, che chiedono un’audizione della commissione tecnica.