(ANSA) – REGGIO EMILIA, 24 FEB – Era già stata condannata per maltrattamenti la donna per cui ora è stato chiesto un altro rinvio a giudizio – in concorso con il marito – con l’accusa di maltrattamenti verso due minorenni disabili che aveva in affido. Le vessazioni dieci anni fa erano avvenute nella stessa casa famiglia della Val d’Enza, in provincia di Reggio Emilia, in cui ospitava minorenni e teatro delle nuove contestazioni. Lo riporta l’edizione odierna de ‘il Resto del Carlino’. La condanna, già diventata definitiva, risale al 2013: un anno, pena sospesa, per aver insultato e umiliato dal 2004 al 2009 una bambina di 10 anni, poi allontanata dalla struttura. La donna, però, ha continuato a operare nella casa famiglia e ad avere in affido minorenni disabili o con criticità nonostante la sentenza, da parte di servizi sociali e tribunale dei minori. Le nuove accuse arrivano da due ragazzini disabili (entrambi originari del Modenese e minorenni all’epoca dei fatti). Gli abusi risalirebbero al 2016, quando la donna e il marito avrebbero inflitto ai due vessazioni fisiche e psicologiche (morsi e torsioni alle mani, insulti), fino a obbligarli a compiere le faccende domestiche. Il ragazzino più giovane sarebbe stato lasciato anche in un pesante stato di incuria, fino a fargli venire infezioni alle dita dei piedi. Il sostituto procuratore di Reggio Emilia Marco Marano ha chiesto per i due coniugi il rinvio a giudizio e l’udienza preliminare è stata fissata per i primi giorni di aprile. Il pm ha anche chiesto di ascoltare i due ragazzini in incidente probatorio sui presunti maltrattamenti subiti. L’avvocato difensore dei coniugi, Sabrina Tagliati, respinge le accuse e ha annunciato che si opporrà all’incidente probatorio essendo passati sette anni dai fatti denunciati. (ANSA).