Nel 2022 diminuisce il numero delle imprese lariane a causa delle cancellazioni di ufficio di aziende cessate. Il report “Avvii e cessazioni di imprese nel 2022”, curato dall’ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Como-Lecco, mostra come le imprese registrate in provincia di Como alla fine dello scorso anno siano 47.857, con un calo dello 0,8% rispetto al 2021. “Un calo – spiegano dall’Ente di via Parini – dovuto alla pulizia del registro, con la cancellazione d’ufficio di imprese non più operative da anni”.
Nel Comasco a fine 2022 si sono registrate 2.652 iscrizioni, in calo del 3,6% rispetto all’anno precedente, mentre le chiusure, escluse quelle d’ufficio, sono state 2.288. Il saldo, dunque, al netto dell’operazione di “pulizia”, resta positivo. Tra i territori lombardi, soltanto Milano e Varese mostrano incrementi delle imprese iscritte.
A Como si evidenzia un peso superiore dei servizi, l’unico settore in cui si registra un aumento del numero di aziende. Diminuiscono invece nell’area lariana le costruzioni e il commercio.
L’analisi mostra una diminuzione delle imprese artigiane, che a Como passa dal +0,5% del 2021 al -2,8% del 2022. Anche in questo caso, però, pesano le cancellazioni d’ufficio. Al netto di queste, infatti, sono nate 1.013 aziende artigiane e ne sono state chiuse 948. Como si classifica ancora seconda in Lombardia e quarta in Italia per peso del settore rispetto al totale delle imprese.
Calano in provincia sia le aziende gestite da giovani (-0,2%), che rappresentano l’8% del totale, sia quelle gestite da stranieri (-1,5%), con una quota del 10,7%, in linea con quella nazionale. Crescono invece rispetto al 2021 le imprese comasche gestite da donne (+0,4%), il 19,6% del totale.
Il commento del presidente della Camera di Commercio Como-Lecco
“Il tessuto economico lariano ha tenuto anche nel 2022. – commenta il presidente della Camera di Commercio di Como-Lecco, Marco Galimberti – Nel corso dell’anno è stata compiuta una necessaria operazione di pulizia che ha riguardato 1.600 aziende non più operative, che da anni non compivano atti di gestione e/o non depositavano bilanci d’esercizio. Le imprese giovanili tra le due province – aggiunge Galimberti – sono una su 12, con un peso superiore alla media lombarda, e le imprese femminili rappresentano un quinto del totale”.