Passo in avanti verso il punto unico di cottura a Como. Potrebbe essere realizzato in via Somigliana.
Palazzo Cernezzi ha chiesto di avviare una verifica di fattibilità complessiva in un edificio di proprietà comunale, un’area di 5mila metri quadrati al momento sottoutilizzata. Necessaria una serie di controlli, già avviati, per valutare le caratteristiche del terreno e verificare la presenza di potenziali contaminanti. Accertamenti propedeutici alla successiva indagine ambientale e geotecnica, come si legge nella determina del settore Opere pubbliche. Si tratta di un affidamento diretto del valore di poco meno di 6mila euro. Ci vorrà circa un mese per avere i risultati.
La rivoluzione del servizio mensa per le scuole cittadine compie dunque un passaggio ulteriore. Nei mesi scorsi l’amministrazione comunale aveva annunciato di voler creare un centro unico di cottura, gestito da privati, che produrrà minimo 5mila pasti al giorno. Una cucina che servirebbe i refettori delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, degli asili nido e anche ai centri diurni disabili. Il servizio sarebbe utilizzato inoltre per garantire la consegna dei pasti a domicilio ad anziani e persone non autosufficienti.
La decisione è stata presa dalla giunta del sindaco Alessandro Rapinese lo scorso mese di agosto. I refettori scolastici ad oggi appaltati sono 28 su 39, con un contratto in scadenza alla fine del prossimo anno scolastico, 2022/2023.
L’annunciata rivoluzione ha messo in allerta il personale attualmente in servizio – una 70ina di dipendenti – e i sindacati che chiedono “chiarezza, prospettive e risposte”.