Via libera del Senato al nuovo accordo fiscale tra Italia e Svizzera. Il documento aggiorna, dopo quasi 50 anni, gli accordi tra lo Stato italiano e la Confederazione Elvetica sul lavoro frontaliero. L’iter prevede ora il passaggio del testo alla Camera. Il documento è già stato approvato in via definitiva lo scorso anno dalla Svizzera e dovrebbe entrare in vigore il primo gennaio 2024.
L’approvazione è stata pressoché unanime. I voti favorevoli sono stati 142. E’ stato registrato un solo parere contrario, ma si sarebbe trattato di un errore.
Alessandro Alfieri
“Finalmente, dopo due anni di lavoro, il Senato oggi ha approvato l’accordo fiscale Italia-Svizzera – sottolinea il senatore varesino del Pd Alessandro alfieri – Sono soddisfatto perché sono state introdotte in ratifica le misure volute dal Pd e previste dal memorandum con le organizzazioni sindacali e con l’Associazione Comuni italiani di frontiera”. “Non un euro di tasse in più per gli attuali frontalieri, non un euro in meno di ristorni ai Comuni per far funzionare i servizi pubblici – continua Alfieri – Confermati inoltre l’innalzamento della franchigia a 10.000 euro per i frontalieri che pagano o pagheranno le tasse in Italia. Confermata poi la deducibilità dei contributi obbligatori per i prepensionamenti dei lavoratori frontalieri. Prevista poi la non imponibilità degli assegni familiari erogati in Svizzera. Soprattutto, decisa l’istituzione di un Fondo per lo sviluppo economico e il potenziamento delle infrastrutture nelle zone di confine Italo-elvetiche, alimentato con risorse provenienti dal nuovo sistema fiscale”.
Massimiliano Romeo
“Se oggi chiudiamo un accordo che migliorerà la condizione dei lavoratori transfrontalieri nelle aree di confine lo dobbiamo all’impegno di Regione Lombardia e del presidente Attilio Fontana – dice Massimiliano Romeo, presidente dei senatori della Lega – Nostra priorità resta la tutela delle zone di confine. Il voto di oggi è un primo segnale, che riflette la battaglia storica della Lega per l’istituzione delle Zes per le zone di confine. E’ un’istanza che continueremo a portare avanti per tutelare quelle aree e renderle finalmente competitive, come abbiamo sempre fatto e continueremo a fare”.