Fine del telelavoro per i frontalieri. Da domani, i residenti nella fascia di confine che lavorano in Svizzera non potranno svolgere la loro attività a distanza. Oggi è infatti scaduto l’accordo amichevole per lo smart working siglato tra Italia e Confederazione Elvetica durante la pandemia. L’intesa al momento non è stata rinnovata, nonostante i ripetuti appelli al governo avanzati da una parte e dall’altra del confine.
Il sindacato
I frontalieri che lavorassero comunque da casa rischierebbero di perdere lo status stesso di frontaliere. “Una rigidità incomprensibile, fatto salvo una sorpresa dell’ultim’ora che comunque non potremmo che gradire – attacca il responsabile nazionale dei frontalieri della Cgil Giuseppe Augurusa – Questa decisione poco ponderata metterà in difficoltà tanto i lavoratori e le loro famiglie, che hanno riorganizzato tempi di vita e di lavoro, quanto le imprese, riorganizzate per fare fronte alle limitazioni della pandemia”.
“Una scelta che sembra rispondere più a un atto burocratico o a un atteggiamento ideologico rispetto all’emergenza sanitaria – aggiunge Augurusa – soprattutto se si considera che contestualmente l’Unione Europea ha, al contrario, previsto una proroga nella flessibilità contributiva fino al 30 giugno. Al danno si aggiunge la beffa se si considera che sul fronte francese invece, l’accordo su un nuovo tetto limite del 40% sembra essere stato raggiunto”.
Le richieste politiche
Nelle ultime settimane, si sono moltiplicati gli appelli sia sul fronte italiano che su quello svizzero per chiedere al governo di rinnovare l’accordo. Presentati anche ordini del giorno e interrogazioni mirate, che al momento però non hanno portato ad alcuna risposta concreta.
“Il governo Meloni e il centrodestra si sono dimenticati di novantamila lombardi – attacca il consigliere regionale del Movimento5Stelle Raffaele Erba – Lavoratori frontalieri per i quali domani scatterà lo stop allo smart working. Le ipotesi sono due. O lo hanno fatto per osteggiare ancora una volta il ricorso al telelavoro, o, peggio, lo hanno fatto perché proprio se ne sono scordati. Il centrodestra dimostra ancora una volta di non conoscere, o peggio non avere a cuore, le peculiarità della Lombardia e in particolare di questo territorio”.