Ultime ore per trovare una soluzione per scongiurare la fine del telelavoro per i frontalieri. Dal primo febbraio non sarà più in vigore l’accordo amichevole siglato tra Italia e Svizzera durante la pandemia. Un’intesa per permettere ai residenti nella fascia di confine che prestano servizio oltrefrontiera di svolgere la loro attività anche in smart working. Domani, salvo sorprese sarà l’ultimo giorno in cui l’intesa sarà in vigore.
Nelle ultime settimane si sono moltiplicate le prese di posizione e le richieste, sia sul fronte italiano che su quello svizzero, di rinnovare l’intesa. “I quasi 90mila lavoratori frontalieri italiani che quotidianamente si recano a lavorare nella vicina Svizzera non potranno più disporre del telelavoro. Una modalità che ha ridefinito stabilmente l’organizzazione del tempo di lavoro e di vita di molte imprese e molti lavoratori – hanno ribadito i rappresentanti dei frontalieri di Cgil, Cisl e Uil – Questo avrà immediati effetti diretti sull’organizzazione. Determinerà poi che l’imposizione fiscale nel paese di residenza faccia venir meno lo status di frontaliere secondo le normative vigenti. La conseguenza sarà l’incremento della tassazione sul salario. Produrrà inoltre un disallineamento con la normativa sugli oneri sociali per lavoratori ed imprese visto la proroga fino a fine giugno decisa dall’Unione Europea”.
Domani, la questione approderà in Senato. Dovrebbe infatti essere discusso un ordine del giorno presentato dal Movimento5Stelle per chiedere di rinnovare l’accordo amichevole con la Svizzera. In mancanza di novità però, i frontalieri che decidessero di lavorare comunque da casa rischiano di perdere lo status stesso di frontaliere.
Intervenendo in provincia di Sondrio a un’iniziativa elettorale, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato intanto della necessità di “trovare formule che permettano di ripristinare una condizione di competitività”. “Stiamo lavorando a un premio di confine – ha spiegato – Si tratterebbe di utilizzare le risorse che arrivano dalla Svizzera per ridurre il carico fiscale e contributivo per coloro che continuano a lavorare sul nostro territorio”.