(ANSA) – NUORO, 27 GEN – Marco Palumbo, padre di Paolo, lo chef di 24 anni di Oristano malato di Sla per le cui cure era stata promossa una raccolta fondi ritenuta "ingannevole" dall’accusa, ha provveduto alla riparazione del danno nei confronti delle tre persone offese che lo hanno querelato, e una di queste ha rimesso la querela. La notizia è emersa questa mattina a Nuoro nell’udienza del processo che vede Marco Palumbo accusato di truffa continuata per aver avviato un crowdfunding sulla piattaforma GoFundMe e raccolto su Post Pay in un conto intestato al figlio circa 150mila euro per delle cure sperimentali che non sarebbero mai avvenute. Fondi che la famiglia, una volta emersi i primi dubbi sull’utilizzo, aveva dichiarato che avrebbe restituito. I difensori dell’imputato, Ginfranco Siuni e Mario Gusi, confidano ora che la condotta riparativa adottata dal loro assistito convinca la giudice Luisa Rosetti a decidere per il non luogo a procedere. Si torna in aula il 31 marzo prossimo. Tutto è partito dalla denuncia del neurologo Vincenzo Mascia che seguiva il malato. Al professionista il padre di Paolo avrebbe fatto credere che il medico israeliano Dimitrios Karoussis avrebbe inserito il figlio in un trattamento sperimentale. Una terapia genetica molto costosa, secondo Marco Palumbo si aggirava intorno a un milione di euro, che aveva convinto il genitore ad aprire la sottoscrizione inducendo diverse persone a fare cospicue donazioni. Tra il 2019 e il 2020, la storia umana di Paolo aveva fatto il giro del mondo, sia per la sua presenza a Sanremo che per l’incontro col Papa e il presidente Mattarella, ma anche per le tante iniziative che aveva messo in piedi, tra cui il faccia a faccia all’Expo con Barack Obama. (ANSA).