“Il 2023 comincia con i grandi laghi prealpini semivuoti, una pessima premessa per l’annata agraria che verrà, per gli agricoltori come per tutti gli utilizzatori della risorsa idrica lombarda, a partire dagli energetici”: l’allarme viene lanciato da Legambiente Lombardia, che diffonde i dati del servizio idrologico di Arpa.
Il livello di riempimento del Lario in questo inizio 2023 è al 21%. Secondo quanto riportato dal sito dell’Ente regolatore dei grandi laghi, le acque oggi sono sotto lo zero idrometrico, a quota -4,1 centimetri, in peggioramento rispetto a circa due settimane fa, quando erano a -3 millimetri. La tendenza attuale è alla stabilità, ma il deflusso è superiore rispetto all’afflusso e questo non fa sperare in un miglioramento.
“Le prospettive, almeno per il momento, appaiono pessime – spiegano da Legambiente Lombardia – Non solo il meteo non offre previsioni di precipitazioni importanti, ma anche i serbatoi che sovrastano i grandi laghi non sono in buona salute. In rapporto alle medie degli ultimi 15 anni, nei bacini idroelettrici alpini manca oltre il 25% dell’acqua normalmente presente in questa stagione, e anche la neve scarseggia. Senza precipitazioni la crisi idrica nel 2023 sarà durissima. L’agricoltura lombarda deve fare affidamento su risorse idriche sempre più limitate e incerte, – concludono – perché ormai il cambiamento climatico è tra noi, e non ci abbandonerà per qualche secolo. Non si può pensare di affrontare la situazione senza cambiare le colture, anche se ciò significherà ridimensionare le produzioni che afferiscono alla filiera zootecnica”.