Sciopero dei benzinai confermato. Nonostante il tentativo in extremis fatto dal ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, non c’è stato il dietrofront. Qualcosa si è comunque mosso tanto che i sindacati a livello nazionale, Fegica e Figisc/Anisa hanno parlato di “apprezzabili novità”. Ma ancora nulla di sostanziale “troppo tardi e troppo poco per revocare lo sciopero” è stato sottolineato. Sciopero che però potrebbe ridursi. Ad ora è previsto uno stop di due giorni. Ma domani in mattinata è in programma un‘assemblea dei dirigenti delle organizzazioni di categoria aperta a deputati e senatori di tutti i gruppi parlamentari.
A ipotizzare per prima una riduzione dello sciopero a un giorno soltanto è stata la Faib Confesercenti. Come detto soltanto nelle prossime ore si potrà capire di più.
Secondo le prime indicazioni la serrata – che comprende i self service – al via da questa sera e fino a giovedì sera – con una differenza di orario tra viabilità ordinaria e rete autostradale. L’agitazione era stata confermata. “Per protestare contro gli inefficaci provvedimenti del governo che continuano a penalizzare i gestori senza tutelare i consumatori e per scongiurare nuovi aumenti del prezzo dei carburanti”.
Salvo diverse decisioni che potrebbero arrivare nella giornata di domani dunque lo stop sulla rete ordinaria dalle 19 di oggi alle 19 del 26 gennaio, stessa durata per gli impianti autostradali con la differenza che in questo caso inizia e termina nelle stesse giornate ma alle 22 anziché alle 19.
“L’annuncio dell’avvio del tavolo volto a ristrutturare la rete distributiva e ridare un piano regolatorio va nella direzione giusta e auspicata – scrivono Fegica e Figisc /Anisa – Ma le modifiche ipotizzate sul decreto, oltre a non essere sufficienti, sono ormai nelle mani del Parlamento”. “Ci fa piacere che il ministro Urso abbia a cuore la categoria e stia cercando una mediazione con i sindacati, vediamo degli spiragli apprezzabili” dice Daniela Maroni, presidente dei benzinai comaschi per la Confcommercio “ora dalle parole bisogna passare ai fatti”.
Nel mezzo dello scontro tra la categoria e l’esecutivo ci sono gli automobilisti che oltre ad essere alle prese con gli aumenti devono anche affrontare lo sciopero e i conseguenti disagi. Chi può cerca di risparmiare e in molti nel Comasco hanno ricominciato ad oltrepassare il confine recandosi in Svizzera a fare rifornimento. Una strada che, probabilmente, sarà percorsa anche durante l’agitazione in Italia da chi ne avrà necessità.