Le commissioni Esteri e Finanza del Senato, riunite in seduta congiunta, hanno dato il via libera al nuovo accordo fiscale tra Italia e Svizzera. L’iter che dovrebbe portare all’approvazione definitiva dell’intesa prevede ora la discussione del documento al Senato e alla Camera. I sindacati dei frontalieri intanto tornano a sollecitare una soluzione al problema della scadenza, a fine mese, dell’accordo sullo smartworking.
La riforma fiscale è già stata approvata in via definitiva dalla Svizzera lo scorso anno. L’entrata in vigore è slittata però almeno al primo gennaio del 2024 perché l’Italia non ha portato a termine l’iter entro la fine del 2022, come era invece previsto.
Il documento aggiorna, dopo quasi 50 anni, gli accordi tra lo stato italiano e la Confederazione Elvetica sul lavoro frontaliero. “Finalmente, dopo due anni di lavoro abbiamo dato via libera al testo di ratifica dell’accordo fiscale Italia-Svizzera. A breve l’approvazione in aula”, ha annunciato il primo firmatario del provvedimento, il vice presidente vicario dei senatori del Partito Democratico Alessandro Alfieri. “Il testo tutela i Comuni, che potranno continuare ad erogare i servizi grazie ai ristorni e alla creazione di un fondo specifico per progetti infrastrutturali e socio economici – aggiunge Alfieri – L’accordo consente a chi oggi è frontaliere di mantenere l’attuale regime fiscale fino alla pensione. I nuovi frontalieri, grazie all’innalzamento della franchigia, avranno uno sconto fiscale rispetto al passato”.
E’ stato approvato anche un ordine del giorno che impegna il governo a innalzare l’indennità di disoccupazione per i lavoratori frontalieri che perdono il lavoro.
“Siamo soddisfatti per il passaggio in commissione che recepisce quanto avevamo sottoscritto nel memorandum integrativo al trattato internazionale – dice Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale frontalieri della Cgil – Auspichiamo che l’ordine del giorno sul superamento del tetto per l’indennità Naspi possa essere accolto nel corso dell’iter parlamentare. Sollecitiamo anche l’apertura della discussione in Lombardia sulla revisione del sistema di redistribuzione dei ristorni”.
“Siamo preoccupati invece per il silenzio che grava sulla disdetta dell’accordo amichevole dello smart working che ci auguriamo possa essere rinnovato nei pochi giorni rimasti”, conclude Augurusa.