(ANSA) – CATANZARO, 19 GEN – Una sensazione di "liberazione": è quella provata da Massimo Salzano, uno dei vigili del fuoco sopravvissuti alla strage compiuta dalla mafia a via Palestro a Milano il 27 luglio 1993, quando ha sentito la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro, condannato come uno dei mandanti dell’attentato. "Il fatto che abbiano preso Matteo Messina Denaro – dice Salzano, catanzarese, parlando con l’ANSA – per noi, specialmente per i miei colleghi, rappresenta forse il momento della giustizia. Anche se nessuno porterà indietro i colleghi morti, il mio pensiero è stato principalmente per loro. Poi col tempo si vedrà che cosa uscirà perché io penso che ancora ci siano delle cose che devono uscire fuori". Salzano – da due anni e mezzo in pensione – non scorderà mai quella sera, quando, per una bomba sistemata davanti alla sede del Pac, il Padiglione di arte contemporanea di Milano, persero la vita i suoi colleghi Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l’agente di polizia municipale Alessandro Ferrari e il venditore ambulante Driss Moussafir. "Ricordo quasi tutto – dice – dal momento in cui siamo usciti dalla caserma al momento in cui c’è stata l’esplopsione. Ricordo benissimo. Ho perso conoscenza un po’ solo dopo l’esplosione che mi ha scaraventato a 50 metri di distanza ma poi mi sono rialzato, sono tornato indietro e ho visto i colleghi a terra, dilaniati dall’esplosione. Queste cose me le ricordo benissimo. Non sono cose che si dimenticano anche se sono passati 30 anni". La sua speranza, adesso è che si faccia chiarezza sui punti ancora oscuri: "ancora non è chiaro chi materialmente ha messo la bomba, chi ha portato l’auto sul posto". (ANSA).