Otto locali di ‘ndrangheta riconosciute in provincia di Como e un territorio definito “uno dei più fulgidi esempi di comunità mafiosa al Nord Italia” nell’ultimo monitoraggio sulle mafie in Lombardia. L’allerta per il radicamento della criminalità organizzata nel Comasco è ulteriormente confermata dall’ennesimo processo in corso nel tribunale del capoluogo lariano legato proprio alle presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta.
Domani in Corte d’Assise a Como è fissata una nuova udienza del processo nato dall’operazione “Cavalli di razza”, che nel mese di novembre del 2021 aveva portato a 54 provvedimenti di fermo con le accuse, a vario titolo, di bancarotta, corruzione, frode fiscale, estorsione, voto di scambio, spaccio, traffico di armi. L’organizzazione, secondo l’accusa si era ramificata anche in Svizzera.
Nel giugno scorso a Como è iniziato il processo. Undici gli imputati, mentre a rappresentare l’accusa sono i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano Pasquale Addesso e Sara Ombra. Gli imputati, ad eccezione di uno che non è sottoposto alla custodia cautelare in carcere, partecipano alle udienze generalmente collegati in videoconferenza dagli istituti penitenziari in cui sono detenuti.
Il presidente del collegio Valeria Costi al momento ha fissato un calendario di udienze fino al prossimo mese di febbraio. Dopo l’audizione dei testi chiamati dall’accusa e l’esame degli imputati saranno ora le difese a chiamare i loro testimoni. Non è ancora possibile ipotizzare una data per la fine del processo, ma entro pochi mesi certamente ci sarà un nuovo pronunciamento su un’indagine che ruota attorno alle presunte infiltrazioni della criminalità organizzata sul territorio Comasco.