Fuga dei sanitari in Svizzera. Frenare la corsa verso la Svizzera degli operatori della sanità, a partire dagli infermieri. E’ l’obiettivo della Uil del Lario e Brianza che ha raccolto – attraverso una petizione lanciata nei mesi scorsi – 1100 firme per chiedere a Regione Lombardia l’istituzione della “indennità di confine”, con lo scopo di incentivare il personale sanitario e socio sanitario negli ospedali del territorio affinché non siano attratti dal sistema sanitario svizzero.
Il passaggio dall’Italia alla Confederazione Elvetica di operatori sanitari e sociosanitari sta creando infatti gravi difficoltà agli ospedali e alle strutture sanitarie comasche.
Il sindacato chiede dunque a Regione di intervenire e tamponare l’emorragia di personale sanitario verso il confine elvetico. Per questo motivo stamattina all’ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù sono state consegnate le firme della petizione al presidente del consiglio della Regione Lombardia, Alessandro Fermi.
“In Svizzera c’è carenza di 7000 unità di infermieri e personale sanitario – spiega Massimo Coppia segretario generale Uil Funzione Pubblica del Lario e Brianza – Abbiamo il timore che la percentuale più alta potrebbe essere colmata proprio dai nostri territori. Chiediamo alla Regione Lombardia – ha concluso Coppia – un grande impegno nel bloccare o almeno, limitare l’emorragia di personale sanitario verso la Svizzera”.