(ANSA) – BOLOGNA, 11 GEN – Per quattro mesi ha lavorato nel massimo segreto, tanto che nemmeno suo marito sapeva il motivo del suo grande impegno. La modenese Sara Crimi è una delle traduttrici (insieme a Manuela Faimali, Valeria Gorla e Laura Tasso) di ‘Spare’ il libro del principe Harry e in un’intervista all’edizione bolognese di Repubblica ha raccontato questa esperienza così particolare. "Avevo tre password anche per cambiare una parola sola – ha detto – in Mondadori fino a ieri nemmeno l’ufficio stampa aveva il permesso di leggerlo. La traduzione è stato un lavoro di gruppo, perché i tempi e le attenzioni erano tali che sarebbe stato impossibile per un solo traduttore. Ci abbiamo lavorato da settembre e quando è morta la regina ci è stato detto di fermarci. Poi sono arrivati i capitoli modificati". Ma da traduttrice che idea si è fatta del principe Harry? "Non può non colpire – dice ancora – la storia di questo bambino che a 12 anni perde la mamma e non può piangere in pubblico. Senza risparmiarsi nulla, è molto critico anche nei confronti di sé stesso, confessa il suo rapporto con le droghe. E dopo quanto abbiamo visto in questi anni della monarchia inglese c’è da crederci. E da rivalutare le nostre vite di comuni mortali". (ANSA).