L’idea di una Milano “zona 30” e cioè a 30 chilometri orari per le vetture è stata messa nero su bianco nel testo dell’ordine del giorno del consiglio comunale del capoluogo lombardo. Il documento però, sebbene debba ancora essere approvato in giunta, è già argomento di dibattito. Altre città in Italia (e in Europa) infatti hanno abbassato il limite di velocità nelle zone urbane per garantire maggiore sicurezza. Si tratta di Bologna, Torino, Bruxelles e Parigi. E se sotto la Madonnina l’ipotesi di istituire la “zona 30” ha raccolto il parere favorevole dell’assessore alla Mobilità Arianna Censi, a Como la questione è lontana anche dall’essere presa in considerazione.

“Come settore mobilità ci siamo posti degli interrogativi” ha detto l’assessore Enrico Colombo. Interrogativi che però non troveranno applicazione nella pratica nel breve periodo. L’amministrazione – fino ad oggi – ha infatti affrontato le problematiche relative alla viabilità in altri modi. Da sottolineare è anche che il Piano del traffico di Como è eredità dell’amministrazione Landriscina e sarà aggiornato tra due anni ha spiegato ancora Colombo chiarendo che “l’attenzione del Comune è oggi tutta concentrata su altro. In particolare sui passaggi a livello di viale Lecco che interrompono in vari punti il flusso di auto e poi sullo stato di altre strade come via Napoleona, via Varesina, via Giussani e la tangenziale”.
Milano non ha comunque ancora preso una decisione definitiva (come detto, manca l’ok del sindaco e della giunta) ma l’obiettivo è proteggere la vita e la salute delle persone e migliorare la qualità dell’aria della città. Non è d’accordo il presidente di Automobile Club Milano, Geronimo La Russa, parla di misura “folle e controproducente per tutta la città”. “Mi auguro che l’approvazione di questo ordine del giorno rimanga solo una boutade ideologica e che alla fine prevalga il buon senso” ha concluso. E diversi dubbi li ha espressi anche l’Associazione civica utenti della strada di Como. “Serve trovare un equilibrio tra le esigenze sia ambientali che di circolazione” commenta il presidente di Acus Mario Lavatelli “a Como manca prima di tutto uno studio dettagliato della viabilità”. Per questo motivo pensare di applicare il limite di velocità a 30 km/h è ancora una possibilità remota. “Porre limiti più stringenti alla circolazione delle auto è una tendenza comune ma va calibrata sulle singole realtà perché gli effetti negativi potrebbero esserci comunque” ha aggiunto Lavatelli.