(ANSA) – ROMA, 03 GEN – "L’ho incontrato nella prigione di Karaj. La sua narrazione era piena di dolore". E’ l’inizio del racconto di Ali Sharifzadeh Ardakani, avvocato di Mohammad Hosseini, uno dei cinque manifestanti arrestati con l’accusa di "corruzione in terra" per aver avuto un ruolo effettivo nell’omicidio di un paramilitare ed in attesa di essere giustiziato. Il legale ha rivelato alcuni dettagli raccapriccianti della tortura che Hosseini ha subito in detenzione, come le "percosse agli occhi, mani e piedi legati, calci alla testa e perdita di coscienza". Il manifestante è stato anche "colpito con una spranga di ferro sulla pianta dei piedi e in diverse parti del corpo", ha aggiunto l’avvocato, sottolineando che la sua è stata "una confessione estorta sotto tortura che non ha basi legali". Oggi la Corte Suprema dell’Iran non ha accolto l’appello di Mohammad Mehdi Karmi e di quello di Mehdi Hosseini e ha confermato la loro condanna a morte. Lo ha annunciato in un tweet Amir Hashemi, direttore delle pubbliche relazioni della Corte suprema, scrive Bbc persian. La stessa Corte ha invece annullato il verdetto del Tribunale Rivoluzionario di Karaj sulla condanna a morte di altri due imputati insieme al medico radiologo Hamid Ghareh Hassanlou, processati per l’uccisione del membro delle forze paramilitari Basij Ruhollah Ajamian il 3 novembre scorso nei pressi di Karaj in Iran. (ANSA).