Il 2022 si conferma l’ennesimo anno di aria cattiva a Como e in Lombardia. Sul Lario in un anno si sono registrati 37 giorni di superamento dei livelli di polveri sottili, a fronte del tetto massimo di 35 giorni fissato dalle vigenti norme europee. Il dato emerge dall’analisi di Legambiente Lombardia sui dati Arpa.
Con pochissime variazioni rispetto ai bilanci precedenti, guadagnano i primati negativi in regione Milano con 82 giorni di Pm10 oltre la soglia di 50 microgrammi per metro cubo d’aria e Cremona con 64 giorni. In questi due casi, le fonti primarie di emissioni sono il traffico automobilistico e le emissioni zootecniche. Seguono Mantova, Brescia, Lodi, Monza, Pavia e Como. Nel capoluogo lariano, la media annua di polveri sottili è di 28,4 microgrammi per metro cubo. Milano, la peggiore, ha un valore medio di 34,5 microgrammi.
Bergamo è ferma a 34 giorni di superamento del limite, mentre Lecco, Sondrio e Varese, con un numero di infrazioni compreso tra 14 e 20, sono in “zona verde”. Nessuna delle città lombarde, però, rispetta le nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo le quali devono essere meno di quattro all’anno le giornate di smog estremo.
“Nessuna novità per la città di Como, che si è sempre distinta per superamento del numero dei giorni di sforamento consentiti, anche negli scorsi anni – dichiara Elisabetta Patelli, presidente onorario dei Verdi della Lombardia – D’altronde nessuna strategia è stata mai messa in campo (e nemmeno se ne prospetta una all’orizzonte) per risolvere quello che è uno dei problemi più grossi della nostra città: la viabilità e l’inquinamento legato al traffico. In qualunque censimento i dati di Como risultano negativi per quanto riguarda gli indicatori ambientali, comprese le piste ciclabili e la quantità di verde fruibile pro capite. Tutti indicatori di vero disinteresse nei confronti della qualità della vita dei comaschi”.