Il nuovo accordo fiscale per i lavoratori frontalieri non entrerà in vigore il primo gennaio 2023. L’accelerazione impressa all’iter per l’approvazione dal governo non è stata sufficiente ad arrivare al via libera entro la fine dell’anno e slitta dunque almeno di un anno l’attivazione delle nuove regole.
L’annuncio
A dare ufficialmente un’informazione che era ormai nell’aria è stato ieri sera in diretta su Etv alla trasmissione Border il senatore del Pd Alessandro Alfieri. “E’ stata data un’accelerazione ma era impossibile per i tempi parlamentari arrivare alla fine dell’iter entro il 31 dicembre”, ha sottolineato il senatore.
Alfieri ha poi spiegato nel dettaglio l’iter che sta seguendo la riforma. “Con la caduta del governo si è interrotto il percorso che stavamo facendo – ha spiegato Alfieri – Ora stiamo facendo un passo alla volta. E’ stato approvato un testo condiviso comune in commissione Esteri e finanza. Bisogna raccogliere i pareri di tre commissioni. Due lo hanno già fatto, Lavoro e Affari costituzionali. Manca il parere della commissione Bilancio che è il più delicato perché deve definire le coperture. Si va ai primi giorni di gennaio per la commissione che darà il via al parere e poi possiamo approvare in commissione e andare in aula entro fine gennaio”.
Slitta quindi l’entrata in vigore dell’accordo, mentre restano da definire in particolare il capitolo della Naspi e dello smart working. La Svizzera invece ha già dato da tempo il via libera all’accordo sull’imposizione fiscale ai lavoratori frontalieri.
Il commento
“Con la discussione a gennaio al Senato e verosimilmente in primavera alla Camera, abbiamo la certezza dei tempi sull’entrata in vigore non prima del gennaio 2024 – commenta il responsabile Cgil frontalieri Giuseppe Augurusa – La buona notizia è che il testo che si sta discutendo ha riunificato quanto approvato dal governo e quanto previsto nel memorandum d’intesa, prima dimenticato dal Consiglio dei ministri. Nel testo attuale è recepito quasi tutto: franchigia, scomputo degli assegni familiari dall’imponibile fiscale, esenzione contributi previdenziali per prepensionamenti, tavolo interministeriale per lo statuto dei lavoratori frontalieri. Restano fuori la modifica al testo della Naspi e rivisitazione dello smart working per cui, però, siamo convinti che governo e parlamento possano lavorare”.