(ANSA) – ROMA, 06 DIC – Nuovi elementi che potrebbero portare altri approfondimenti sul caso di via Poma. E’ quanto sarebbe emerso dai lavori della Commissione Antimafia nella precedente legislatura, secondo quanto sostiene l’ex presidente Nicola Morra. "Si auspica che gli elementi acquisiti possano condurre a nuovo approfondimento o dagli uffici giudiziari romani – commenta Morra – o nell’ambito di apposita commissione di inchiesta che già nella scorsa legislatura stava per essere istituita". A giustificare l’approfondimento l’ipotesi di un collegamento con la criminalità organizzata partito dal fatto che tra i titolari delle 147 cassette di sicurezza svuotate nel colpo al caveau della banca della città giudiziaria di Roma, avvenuto nel luglio del 1999 e guidato dal Massimo Carminati, c’era anche Francesco Caracciolo di Sarno – spiega Morra – presidente del comitato regionale dell’AIAG, struttura per cui lavorava Simonetta Cesaroni. Il dato per Morra assume rilevanza "perché quest’ultimo fu visto dal padre di Cesaroni il 13 agosto del 1990 uscire uscire dal luogo del delitto (gli uffici dell’AIAG) il giorno del dissequestro ma prima di esso, con alcuni volumi di carte asportate dall’interno 7". "Lo stesso Caracciolo Di Sarno precisò di essere entrato nell’appartamento quattro o cinque giorni dopo il fatto, benchè abbia riferito di averlo fatto perché avrebbe avuto necessità di recuperare gli assegni per pagare il personale dipendente", aggiunge Morra. (ANSA).