(ANSA) – TRIESTE, 06 DIC – "Il ministro Piantedosi ha diramato una direttiva alla Polizia di frontiera e ai Prefetti per riutilizzare i meccanismi di riammissione già considerati dagli accordi italo-sloveni". Lo ha detto il Sottosegretario agli Interni Emanuele Prisco trattenendosi con i giornalisti nel corso della sua visita oggi a Trieste. Prisco ha precisato che "dal 28 novembre sono operative le riammissioni" e che in realtà "sono rimaste operative perché gli accordi sono vigenti e devono essere utilizzati". Prisco ha ribadito più volte la linea del Governo: "Accogliamo chi deve essere accolto, chi non deve essere accolto deve tornare fuori dall’Italia". "Il tentativo di inversione di rotta che il Governo sta portando avanti è di fermare gli ingressi e fermare le partenze" ha specificato il Sottosegretario, segnalando che si è "in attesa delle determinazioni della Conferenza europea" in corso oggi a Tirana, e di "definire tutte le politiche migratorie europee, sia dal mare sia che per terra". Per Prisco il Governo "ha adottato una linea molto morbida rispetto all’utilizzo di questo meccanismo" delle riammissioni che "consente all’Italia di poter riconsegnare chi non ha titolo per restare" ai vari Stati, in particolar modo alla Slovenia, primo paese europeo di approdo". Prisco ha sottolineato che "è evidente che se vengono intasate le rotte del mare e di terra, l’Italia non può accogliere tutto il mondo di chi scappa". Di fronte a questo fenomeno così affollato, Prisco ha fatto l’esempio di Trieste, città di frontiera e luogo di arrivo della cosiddetta ‘rotta balcanica’: "Questo determina l’impossibilità, nonostante gli sforzi, dell’amministrazione locale, nonostante gli sforzi della Regione, di far fronte all’emergenza. Ci sono numeri che non possono essere sostenuti da un territorio di confine, per cui la scelta non può essere che quella di far entrare solo chi ha titolo per entrare". (ANSA).