Da una parte individuate le 10 prestazioni ambulatoriali che devono ridurre i tempi di attesa. Dall’altra aziende socio sanitarie territoriali e gli istituti di ricerca devono prevedere un aumento delle disponibilità per gli appuntamenti. Sono le due direttrici di Regione Lombardia per contenere le liste.
“Abbiamo iniziato un percorso e stanziato numerose risorse per consentire ai cittadini di accedere alle prestazioni nei tempi appropriati – ha spiegato il presidente Attilio Fontana – Tanto è stato fatto, ma anche per cause indipendenti dalla nostra volontà, come la carenza di alcune figure specialistiche, figlie di programmazioni nazionali sbagliate. Tanto si può ancora fare”.
Le prestazioni in ritardo
Attraverso un monitoraggio effettuato dalla direzione generale Welfare – come detto – individuate le 10 prestazioni ambulatoriali che devono accorciare i tempi. Tra queste spiccano la prima visita oculistica, cardiologica, dermatologica, ortopedica. E poi ancora neurologica, endocrinologica/diabetologica, l’ecografia bilaterale della mammella e quella dell’addome completo. Si tratta di prime visite e prestazioni con classe di priorità B (10 giorni), e D (30 giorni).
“Abbiamo rilevato – ha spiegato Fontana – che 66.000 cittadini hanno avuto per queste appuntamenti fuori tempo, nel periodo tra gennaio e giugno 2023. Questi 66.000 cittadini saranno richiamati dagli enti erogatori, pubblici e privati, e gli sarà anticipato l’appuntamento nei termini previsti dalla classe di priorità della prescrizione, dove possibile, e comunque non oltre il 31 dicembre 2022 per quelle con priorità B. Sarà assicurato il finanziamento necessario a garantire tutte queste prestazioni aggiuntive”.
“L’altra azione – ha evidenziato il presidente Fontana – riguarderà la richiesta di un incremento degli slot delle agende delle Asst e degli istituti pari a quanto erogato nel 2019, più il 10%”.
Bertolaso: “Andiamo a razionalizzare”
“Andiamo a razionalizzare – ha concluso l’assessore Guido Bertolaso – e a migliorare il sistema complessivo, con l’obiettivo di arrivare a una struttura centrale di prenotazione unificata che raccolga tutti i posti disponibili. Anche se a monte il problema è la carenza di organico, in Lombardia come in tutta Italia”