“L’Aids è una patologia ancora significativamente presente, ma è come se avessimo abbassato la guardia. Dovremmo parlarne di più e più spesso. Di Hiv, purtroppo, si muore ancora se la diagnosi non è fatta precocemente”. Lo evidenzia Luigi Pusterla, primario del reparto di malattie infettive dell’Asst Lariana in occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids, in programma domani.
Dall’inizio dell’anno, secondo gli ultimi dati dell’Ats Insubria, sul territorio comasco sono stati segnalati 22 nuovi casi di infezione da Hiv. In prevalenza si tratta di uomini tra i 30 e i 45 anni. In oltre il 95% dei casi la modalità di trasmissione è riconducibile a rapporti sessuali non protetti.
Il reparto di malattie infettive dell’ospedale Sant’Anna ha in carico 843 pazienti con infezione da Hiv, di cui 764 in trattamento antiretrovirale. “Oltre il 90% presenta una risposta completa alla terapia – spiega Pusterla – Negli ultimi tre anni, dal 2020 ad oggi, sono stati presi in carico 105 pazienti. Del totale, 46 sono in cura da quest’anno con una percentuale di maschi di oltre il 70%. L’età media delle nuove infezioni è 37 anni, leggermente più bassa rispetto agli anni precedenti”.
“Sono dati sostanzialmente sovrapponibili con quelli nazionali – aggiunge Pusterla – Resta ancora alta la percentuale legata al rischio sessuale, il che implica una costante sottovalutazione del pericolo che si corre ad avere rapporti non protetti”.
Lo slogan scelto quest’anno per la Giornata mondiale contro l’Aids è “Equalize”, per ricordare le grandi diseguaglianze nella cura e nell’assistenza. “L’obiettivo – ricorda l’Ats Insubria – è porre l’attenzione sull’Aids e in generale sulle infezioni sessualmente trasmesse”.