Il governo ha riaperto l’iter per l’approvazione del nuovo accordo fiscale per i frontalieri tra Italia e Svizzera. Le organizzazioni sindacali mettono però in guardia dai rischi legati a un via libera affrettato e lanciano un appello: “Il nuovo accordo fiscale sia approvato unitamente al memorandum d’intesa sottoscritto tra ministero dell’Economia, sindacati e Comuni di frontiera”.
Il tema torna di stretta attualità in occasione della visita in Svizzera del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in programma fino a domani.
“Giovedì 24 novembre il Consiglio dei ministri ha esaminato il disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell’accordo tra la Italia e Svizzera sull’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri tra i due Paesi, unitamente al protocollo aggiuntivo, allo scambio di lettere e al protocollo di modifica della Convenzione tra Italia e Svizzera contro le doppie imposizioni. Testi sottoscritti il 23 dicembre 2020”, si legge in una nota dei frontalieri di Cgil, Cisl, Uil, Unia, Ocst, Syna
L’atto, firmato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha riaperto l’iter legislativo, affidando al parlamento il testo per la sua conversione in legge in tempi brevi.
“Le organizzazioni sindacali e i Comuni di frontiera – si legge ancora nella nota – hanno approvato un memorandum d’intesa contenente puntuali indicazioni di misure fiscali, previdenziali e normative messe a punto per limitare la sperequazione tra i frontalieri regolamentati con le norme attualmente in vigore, risalenti a un accordo del 1974 e quelli per cui saranno in vigore le nuove norme”.
“Si tratta di indicazioni fondamentali – ribadiscono le organizzazioni sindacali – Chiediamo rassicurazioni che, in vista dell’approvazione del nuovo decreto e della sua conversione in legge, si riparta da dove eravamo arrivati evitando di svuotare i contenuti dell’intesa in nome della presunta necessità di chiudere entro l’anno”.