L’annunciata chiusura di 5 edifici scolastici a Como, approda in consiglio comunale con le richieste, le preoccupazioni e i dubbi sollevati dai consiglieri. Nessuna decisione è ancora presa dalla giunta cittadina. Né sono stati indicati gli istituti, ma alcuni sono “osservati speciali” per numero di iscritti e per le condizioni degli edifici.
Tra i primi a intervenire sull’argomento Lorenzo Cantaluppi, Fratelli d’Italia, che ha portato l’attenzione sulla scuola di Civiglio legandola anche al tema dei trasporti. “I minori avrebbero serie difficoltà a raggiungere la città proveniendo dai quartieri alti del capoluogo”. Ha spiegato. “E’ l’unica scuola montana del territorio e rappresenta un servizio indispensabile per il quartiere, per la comunità, soprattutto dopo la chiusura di quella di Garzola” ha detto. “Prima di chiudere questa scuola – conclude Cantaluppi – l’amministrazione valuti qualsiasi altra forma di risparmio, anche di fare il consiglio comunale al freddo se necessario”.
Poco dopo sull’argomento è intervenuta Patrizia Lissi, Pd. “Il 2024 è vicino e le scuole non devono essere viste solo come una spesa ma hanno una funzione sociale”. Ha detto. “Chiudere vuole dire incrementare gli spostamenti. Se pensiamo ad esempio alla realtà della zona Nord della città. Andare da Ponte Chiasso a Tavernola con i bus non è certo semplice, muoversi con l’auto vuole dire più traffico”. Ha aggiunto il consigliere dem. “Forse è opportuno distinguere tra chiusure per basso numero di iscritti o per problemi delle strutture e valutare eventualmente se ci sono edifici più piccoli da poter utilizzare”. Lissi ha infine rilanciato la necessità di una commissione urgente per avere ulteriori chiarimenti su come si intenda procedere.
La replica del sindaco Rapinese
E’ stato poi il sindaco Alessandro Rapinese a replicare ribandendo alcuni concetti. In primis i costi della gestione ordinaria dei plessi e le condizioni strutturali degli immobili. “Come li sistemiamo, con quali risorse” ha domandato a sua volta ai consiglieri. E sulla scuola di Civiglio ha poi chiesto di rendicontare i numeri e la provenienza degli iscritti. “Quanti sono davvero i bambini di Civiglio e quanti di Tavernerio” ha concluso.