Processo d’Appello per la vicenda delle paratie di Como, l’accusa torna a chiedere pene più severe rispetto alla condanna di primo grado per le persone accusate di presunti comportamenti illeciti nella gestione del cantiere delle barriere antiesondazione del lungolago.
In Tribunale a Milano si è aperto oggi il processo di secondo grado, scaturito dal ricorso del magistrato Pasquale Addesso contro la sentenza di primo grado, pronunciata dalla Corte d’Assise di Como il 16 gennaio 2019. I giudici, dei 23 capi d’imputazione iniziali ne avevano riconosciuti solo 5. Erano stati condannati sette dei dodici imputati, l’ex sindaco di Como Mario Lucini, i dirigenti comunali Pietro Gilardoni, Antonio Viola, Antonio Ferro, Antonella Petrocelli, Maria Antonietta Marciano e l’imprenditore Giovanni Foti.
Nel suo ricorso, Pasquale Addesso ha ribadito in sostanza le richieste di condanna avanzate durante il processo di primo grado. Dalla sentenza all’avvio dell’Appello nel frattempo, alcuni reati sono caduti in prescrizione.
La nuova richiesta di accusa si allarga una seconda volta a tutte le persone finite sul banco degli imputati in primo grado. Solo per uno degli iniziali 11 imputati è stata chiesta l’assoluzione.
Dopo le richieste dell’accusa, la parola è passata alle difese. Gli interventi proseguiranno anche nelle prossime udienza fissate per il 5 e 14 dicembre. Tra le istanze delle difese anche in alcuni casi la riapertura dell’istruttoria, con l’eventualità di possibili nuove indagini.
La complessa vicenda giudiziaria delle paratie rischia di trascinarsi ancora a lungo tra aule e tribunali. Il processo di primo grado era durato oltre un anno e mezzo.