Reti da cantiere, edifici transennati. L’antico borgo agricolo di Fabbrica Durini, ad Alzate Brianza, si presenta così. Un’area dal grande potenziale che, agli occhi dei cittadini, è immobile e appare senza futuro.
La maggior parte degli edifici abbandonati è di proprietà privata. Una dozzina in tutto. Per gli otto affacciati su via Manzoni (che fronteggiano cioè la strada pubblica) è stata avanzata la richiesta di demolizione per evidenti problemi di sicurezza. A partire dallo scorso anno dopo il via libera della soprintendenza, visto che il borgo è sottoposto a vincolo monumentale, i quattro più pericolosi sono stati abbattuti. Si attendono risposte per gli altri che vengono sottoposti a periodici controlli e verifiche per quanto riguarda la stabilità.
Privato e pubblico sono in contatto diretto e collaborano. Perché se è vero che gli edifici sono in mano ai privati tocca al Comune definire le linee di sviluppo urbanistico del territorio. L’amministrazione muove timidi passi e ancora non riesce a fornire date o anche solo orizzonti temporali, sul recupero. Le speranze sono legate al nuovo pgt (piano di governo del territorio) e ai fondi del PNRR.
“Abbiamo avviato la revisione del piano di governo del territorio e abbiamo inserito tutte queste aree abbandonate e degradate in un piano do rigenerazione urbana. Di fatto andremo a riconoscere incentivi ai soggetti privati che vorranno andare a riqualificarli. Ipotizzare i tempi non è semplice”. Ha detto Mario Anastasia, sindaco di Alzate Brianza.
Un edificio è però di proprietà comunale dalla metà degli anni ’90, l’ex cooperativa Sant’Andrea. Anche qui nulla è cambiato nel corso del tempo. In municipio è in corso uno studio di fattibilità pensato per il Sociale. L’obiettivo è intercettare, con il progetto pronto, i fondi del Pnrr.
Al momento dunque resta difficile ipotizzare se e come l’antico borgo sarà davvero salvato.