8 novembre 1951-8 novembre 2022, 71 anni fa l’alluvione di Tavernerio che causo la morte di 16 persone.
Dopo giorni di intense precipitazioni dalla montagna si staccò una frana e finì nel torrente Cosia che esondò. Spazzò via ogni cosa e provocò distruzione nel centro del borgo. In pochi istanti acqua, fango e detriti invasero il centro di Tavernerio causando danni agli edifici e, come detto, 16 vittime. Tra queste anche cinque bambini. Il piccolo Vajont venne poi definito. Una tragedia indimenticabile per l’intera provincia comasca.
Oggi al cimitero di via Papa Giovanni XXIII a Tavernerio-Solzago l’inaugurazione del monumento in memoria dei caduti dell’alluvione. Realizzato da artigiani locali a partire da un’idea dell’artista Fabio Rossini. I lavori sono iniziati lo scorso anno, con il 70esimo anniversario, e si sono conclusi nei giorni scorsi. Presenta una serie di 16 canne verticali, tante quante furono i morti, che salgono a imitazione di un organo. Strumento che nell’immaginario collettivo risveglia l’idea di melodie serene, di musica, di pace e di preghiera. Davanti al monumento uno dei vecchi coperchi tombali e i nomi delle persone decedute.
Il sindaco: “Tragedia ancora vivissima nell’animo della nostra comunità”
“E’ stato un progetto complesso – spiega il sindaco Mirko Paulon sui social – E’ un’opera d’arte e quindi era necessario rispettare l’idea dell’artista ma anche i vincoli strutturali e funzionali di un monumento funebre che accoglie le spoglie dei defunti. È forte anche il senso di responsabilità per un’opera che deve ricordare una tragedia ancora vivissima nell’animo della nostra comunità. Crediamo – conclude il primo cittadino di Tavernerio – di aver raggiunto il risultato sperato”.