(ANSA) – MILANO, 03 NOV – "Da che mia figlia non c’è più mi sento vuota e spenta sia psicologicamente che nel cuore, mia figlia mi manca da morire ed il dolore è molto forte ed intenso; ogni volta che chiudo gli occhi spero che tutta questa situazione sia solo un brutto sogno ed invece mi sveglio in carcere e mia figlia non c’è più". A dirlo è Alessia Pifferi, in carcere con l’accusa di aver lasciato morire la figlia Diana, in dichiarazioni scritte diffuse dalla trasmissione "Iceberg Lombardia" in onda questa sera su Telelombardia. "A Diana – scrive Alessia Pifferi – facevo cucu’ e ridevamo come due matte e poi dopo un po’ si addormentava … Penso di sapere solo io il dolore, la sofferenza che ho nel cuore per questa situazione, ed il trauma che sto vivendo. Vorrei tanto tornare indietro se si potesse soltanto per riavere con me mia figlia". Nelle dichiarazioni diffuse da Telelombardia, Alessia Pifferi si descrive così nella vita di tutti i giorni: "in casa avevo capito che se non si lavorava non si mangiava – afferma -, ho fatto vari lavori nella mia vita anche se in nero; ma a me importava trovare dei lavori come pulizie, baby sitter, assistevo un anziano anche come compagnia, pulizie in ospedale centro tumori, assistente alla poltrona. Per me quello che conta e contava era trovare lavori onesti e umili – dice Alessia Pifferi – che mi consentissero di avere soldi in tasca per fare la spesa e per mantenermi ed io ogni fine settimana o ogni fine mese ero molto felice. Non sono mai stata una spendacciona grazie agli insegnamenti che ho ricevuto dalla mia famiglia. Ricordo che quando lavoravo avevo iniziato anche ad andare in vacanza da sola ed ero felicissima perché ero finanziariamente indipendente, ma in casa non doveva mancare nulla nel frigo". (ANSA).