Nuovo regolamento di polizia urbana. Via libera del consiglio comunale di Como al nuovo regolamento di polizia urbana e al nuovo documento che disciplina gli artisti di strada in città. Entrambi i testi sono passati grazie ai voti della maggioranza, contrarie le altre forze politiche.
“A distanza di poco più di tre anni dall’adozione del nuovo regolamento di polizia, approvato con il decisivo apporto dell’allora lista Rapinese con il dichiarato proposito di mettere in sicurezza la città, la nuova amministrazione ripropone i vecchi schemi, rivelatesi fino ad oggi inefficaci – è il commento che arriva da Svolta Civica, lista dell’ex candidata sindaco Barbara Minghetti e attuale consigliere comunale – Si insiste sul tema dei divieti generalizzati dimenticando che il vecchio regolamento già prevedeva norme che contrastavano l’uso smodato di alcol e la lordura degli arredi urbani”. E infine sulle regole per gli artisti di strada: “Ne è uscito un testo condivisibile nelle intenzioni ma eccessivamente limitato per una serie di vincoli burocratici (orari, mancato utilizzo di piccoli amplificatori, obbligo di riferimento ad abbonamento Siae, termini eccessivi per la concessione delle autorizzazioni) che limiterà notevolmente l’esercizio delle attività artistiche”.
Osservazioni condivise anche da Giordano Molteni, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, ed ex candidato sindaco: “Abbiamo votato contro entrambi i regolamenti – ha spiegato – Nessuna delle proposte di modifica al testo che abbiamo avanzato nel corso della discussione è stata integrata nel documento o presa in considerazione”. Poi aggiunge: “Più volte ho sottolineato nei miei interventi il clima dell’aula, ossia quello di un’apparente collaborazione da parte dell’attuale amministrazione ma che poi nei fatti invece viene meno”.
“Le modifiche al regolamento di Polizia Urbana voluto dalla Giunta Rapinese mancano completamente il bersaglio: era l’occasione per affrontare diversi aspetti della convivenza cittadina che meritano attenzione. Piuttosto il regolamento è diventato uno strumento nelle mani del sindaco per tenere fede ad alcune promesse fatte in campagna elettorale ed evitarsi altri imbarazzi. Con queste modifiche si spacciano soluzioni semplici a problemi complessi senza considerare le conseguenze sulla vita cittadina” così il gruppo consiliare del Partito Democratico.