(ANSA) – L’AQUILA, 23 OTT – Centinaia di persone si sono radunate nel cortile del palazzo dell’Emiciclo, alla Villa Comunale dell’Aquila, per partecipare alla manifestazione pubblica "Le vittime non hanno colpa", in riferimento alla sentenza, in sede civile del Tribunale dell’Aquila, riferita al crollo di uno stabile in via Campo di Fossa, in cui la notte del 6 aprile 2009 morirono 24 persone sulle 309 vittime complessive del sisma. L’Avvocatura dello Stato ha accolto la richiesta di risarcimento con sentenza del giudice Monica Croci del tribunale civile, ma il Tribunale ha anche riconosciuto una corresponsabilità di alcune vittime, pari al 30%, perché ha ritenuto siano state imprudenti a non uscire di casa. Di qui la mobilitazione che fa seguito a due settimane di indignazione in città. Hanno formalmente aderito comitati sorti nel Paese all’indomani di altre catastrofi, quella del ponte Morandi a Genova, di Rigopiano (Pescara) o quella relativa all’inquinamento di Taranto. Hanno aderito anche esponenti politici abruzzesi, sindacati, associazioni, gruppi organizzati tra cui i tifosi dell’Aquila Calcio. "Prima rassicura poi condanna le vittime e il popolo aquilano, ennesima vergogna dello Stato italiano", recita uno striscione dei Red Blue Eagles, mentre un altro con scritto "Le vittime non hanno colpa" ha affiancato il palco da cui sono partiti gli interventi. Il primo a prendere la parola è stato Federico Vittorini che nel sisma ha perso madre e sorella. "Una sentenza che crea un precedente pericoloso – ha detto – giudici del genere non devono continuare a esercitare, mi prendo la responsabilità di quello che dico. Perché una sentenza del genere attribuirebbe la colpa persino a Falcone e Borsellino per il fatto di aver combattuto la Mafia. Chi c….. gliel’ha fatto fare di combattere la mafia?". Il padre, Vincenzo Vittorini, volto simbolo per 13 anni della battaglia per il riconoscimento dei diritti delle vittime, ha ripercorso la storia dei mesi prima e dopo il sisma, anche in relazione alla riunione della Commissione Grandi Rischi. "Condannare le vittime con il 30% di colpa è un abominio laddove qui in Italia e in altre stragi italiane non è stata fatta né verità né giustizia". (ANSA).