Non si ferma la corsa dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Assieme ad altri comparti le imprese del settore terziario sono in sofferenza. Nelle scorse settimane era stato lo stesso presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, a parlare di 120mila attività a rischio chiusura in Italia per un totale di 370mila posti di lavoro.
Nel Comasco, come nel resto del Paese, le difficoltà sono all’ordine del giorno. Tra bollette esposte in vetrina per protesta, aumenti applicati sui prodotti, concorrenza e clienti in calo. Le stime dell’associazione di settembre sembrano attualmente confermate e ci sono settori più esposti di altri. “Nel brevissimo periodo secondo noi tra le attività più a rischio ci sono i piccoli alimentari”. Ha detto Mariano Bella, direttore Ufficio Studi Confcommercio. “E poi nel corso dei prossimi 6/8 mesi attenzione alta sull’abbigliamento e su ristorazione a alberghiero”.
I prezzi già ritoccati verso l’alto non potranno essere ancora oggetto di aumenti. Altrimenti il rischio è di uscire dal mercato. Quindi Confcommercio ribadisce le richieste al nuovo governo, in sintesi: “Sostenere le imprese”.