Uninsubria e bollette salate. “Al lavoro per ridurre i consumi degli edifici e gli sprechi. Ma la didattica in presenza non si tocca”. In estrema sintesi è questo il piano del Direttore generale dell’Università dell’Insubria (che si divide tra Varese e Como) Marco Cavallotti pronto a fronteggiare il caro energia. Le bollette dell’ateneo rappresenteranno, soprattutto nei prossimi mesi, una spesa (e non l’unica) particolarmente ingente e impatteranno l’economia e la gestione delle strutture.
Fino al 31 dicembre 2022, per tamponare i problemi, chiarisce Cavallotti “è stata prevista una variazione di bilancio di 3-4 milioni. Soldi che l’Università dell’Insubria “riuscirà a reperire anche grazie a un’oculata e attenta gestione delle risorse e una politica di risparmio e efficientamento già avviata in passato”. Non si preannunciano quindi chiusure anticipate degli spazi, se non quelle della pausa natalizia che inizierà il 27 dicembre.
Le previsioni per il 2023
Se la situazione corrente sembra sotto controllo-avverte Cavallotti- “da gennaio 2023 tutto potrebbe ulteriormente complicarsi”. Per questo motivo l’ateneo confida in un aggiustamento della quota dei fondi di finanziamento ordinario in arrivo dal ministero dell’Università e ricerca. “Ci stiamo confrontando con il Governo e ci aspettiamo tra i sei e i sette milioni di aiuti” dichiara Cavallotti. “La creazione del nuovo budget andrà in approvazione tra novembre e dicembre” spiega ancora il direttore generale dell’Insubria che aggiunge “le spese da considerare deriveranno dall’utilizzo del teleriscaldamento, ma anche dai materiali di consumo necessari all’ateneo”. Tutte voci del bilancio che secondo Cavallotti subiranno aumenti almeno del 30% e che potrebbero quindi rallentare gli investimenti e le opere in programma. “Il tavolo di lavoro creato per fronteggiare la crisi sanitaria” fanno sapere dall’università “è stato oggi ripensato in chiave economica”. Obiettivi primari: rivedere gli impegni di potenza dell’ateneo, i modelli organizzati e rendere ancor meno energivore le strutture. Ma per quanto riguardo la didattica a distanza non sembrano essere contemplati passi indietro. “Dopo la pandemia-rassicura Cavallotti- avere gli studenti in aula sarà il fine dei nostri sforzi”.
Per quanto riguarda le sedi comasche, conclude Cavallotti, sono anche stati velocizzati i lavori per completare gli alloggi della residenza di Santa Teresa. Lavori pensati per tutelare le tasche degli studenti in vista di possibili rincari sul fronte affitti.