Ci sono capi e organizzatori e chi ha solo il ruolo di “comparsa”. Tutti, secondo l’accusa, partecipano a summit di ‘ndrangheta, ricevono doti e si mettono a completa disposizione degli interessi della locale per contribuire alla realizzazione del programma criminoso del gruppo.
Un “programma criminoso” ricostruito in tribunale a Milano in una lunga requisitoria. Un’arringa che ha richiesto due udienze, dai magistrati della direzione distrettuale antimafia di Milano Pasquale Addesso e Sara Ombra. I sostituti procuratori rappresentano l’accusa nel processo con giudizio immediato a carico di 34 persone, in gran parte residenti sul territorio comasco, coinvolte nell’inchiesta sfociata nell’operazione “Cavalli di razza”. Era il mese di novembre dello scorso anno ed erano stati eseguiti 54 provvedimenti di fermo con le accuse, a vario titolo, di bancarotta, corruzione, frode fiscale, estorsione, voto di scambio, spaccio, traffico di armi. L’organizzazione, secondo l’accusa si era ramificata anche in Svizzera.
Le richieste dell’accusa
Al termine della requisitoria, l’accusa ha chiesto complessivamente pene per 400 anni per gli indagati. Le richieste partono da un massimo di 20 anni per tre delle persone ritenute ai vertici dell’organizzazione. Richiesta in molti casi anche la confisca di beni per importi pari alle somme che sarebbero state sottratte illecitamente, oltre che per tutti l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Le contestazioni
L’operazione “Cavalli di razza” si è collegata a una precedente indagine della procura di Como che aveva smantellato un presunto sistema di false cooperative. L’accusa contesta agli imputati estorsioni, usura, recupero crediti con modalità intimidatorie ma anche bancarotta, frode fiscale, corruzione, traffico di sostanze stupefacenti. Quindi l’acquisizione del controllo di attività economiche nel settore dei servizi di pulizia e facchinaggio, trasporti conto terzi e bar e ristoranti. Attività poi utilizzate per conseguire per sé e per altri vantaggi ingiusti.
Nella prossima udienza, giovedì, la parola passerà alle difese.